L’Italia in recessione tecnica: un risultato prevedibile

意大利进入技术性衰退：意料之外，情理之中

Confermato ieri il 10 dicembre ’08 che, nel terzo trimestre del 2008, il prodotto interno lordo PIL italiano si è diminuito dello 0,5% rispetto al secondo trimestre dell’anno in corso e dello 0,9% in confronto allo stesso periodo di 2007. quindi con 2 mesi consecutivi di crescita negativa, è già confermata che l’Italia è in via di recessione tecnica , non si tratta d i quello finanziaria o creditizia, ma di materiale.

ISTAT (Istituto di statistica italiano) ha rilevato come in dato congiunturale, sia il peggior risultato da quarto trimestre dal 1998 (quando è stato del -0,5%) per l’intero 2008, la crescita acquista è pari al -0,3% (l’ultima volta che Italia in recessione tecnica è stato nel fine 2004- l’inizio 2005.

Senza dubbio, la recessione è prevenuta dalla crisi finanziaria statunitense, ma dobbiamo tenere conto che il mercato finanziario italiano è quasi trascurabile dal mondo finanziario e creditizio, il MIB-30 (mercato borsistico milanese ha solo poco più di 200 imprese partecipanti!) Allora come ha fatto subire un danno cosi doloroso che dovrebbe essere di sicuro meno grave?  Perché Italia è sempre stato un paese “avanzato” con degli effetti di un paese “in via di sviluppo” : alta inflazione, alto tasso di disoccupazione e alta stabilità nei posti di lavoro. Cosi l’inflazione accelera di più per alto prezzo dei beni di consumo e la gente avranno un reddito minore ancora e da li aggrava di più la produzione (Curva di Phillips). Oltre tutto questo, l’Italia è sempre stata uno degli ultimi paesi nel classe  “ paesi avanzati” di proseguire e concludere un innovazione tecnologica, da automobili fino al sistema ferroviario, da PC fino al moblephone. Quindi non ha mai potuto liberare dai sfruttamenti delle materie prime dagli altri paesi . Se continua cosi, la recessione non finirebbe mai, gli effetti o tanto o poco resterebbero sempre.

Il compito più urgente da compiere per il Governo italiano (o non solo quello di italiano ma per tutti quelli che hanno subito danni), non è quello di offrire la liquidità al settore bancario o a quello automobilistico come sta accadendo negli USA ( 15 miliardi di USD per 3 imprese come GE motors, Ford o Chrysler, è solo uno “spuntino”). Ne dubito tanto anche se può far stare in piedi ai questi 3 grosse imprese per solo 2 mesi, cioè fino quando Obama “sale sul trono”. Anche se nel giro di questi 2 mesi le squadre decisionali di proporranno un piano possibilmente “funzionante”, non riuscirebbe comunque godere il risultato in tempo. A quel punto il Governo cosa farebbe? Un altro 15miliardi di USD?!

Il Governo secondi me, non può restare solo nella protagonista di salvatore, il suo compito più urgente è quello di investire sul nuove tecnologie già con l’alta possibilità di successo. Cosi esporterà queste tecnologie e beni di bassa possibilità da copiare, conquisterà il mercato e perciò risolto il problema totalmente.

Comunque farà il Governo, sappia che i soldi dei cittadini li deve usare al momento giusto, non a quello più urgente. Questi sono opinioni personali non confermati, perdonatemi se sono errati. Ma comunque sia giusti o errati, l’indomani che il Parlamento statunitense ha approvato il programma di salvataggio (il 11 dicembre), il Senato l’ha poso il vero,perché per salvare l’intero settore automobilistico statunitense, servirebbe 125 miliardi di USD. Forse dovremmo cercare un più ragionevole per salvare il gran casino già combinato